Socrate, per esempio. Altre storie dal passato
Sono passati molti anni, ma ricordo questo episodio come fosse ieri. Ero al liceo ed era appena iniziata la prima lezione di filosofia con l’insegnante che ci avrebbe accompagnati fino alla maturità. Prima ancora di fare l’appello per cercare di associare i cognomi ai nostri volti, ci ha guardato e ci ha detto: “Da questo momento in poi, voglio che siate consapevoli che tutte le volte che consiglierete a qualcuno di ‘prendere la vita (o qualsiasi situazione) con filosofia’, non gli state affatto semplificando la situazione. Prendere la vita con filosofia significa affrontarla in modo tutt’altro che semplice, leggero e spensierato”. Da quel giorno abbiamo affrontato lo studio di quella materia con un approccio sempre problematico, serio, a volte serissimo, e credo che sia questo il motivo per cui la maggior parte delle persone ha la percezione della filosofia come di qualcosa di “altro e oltre”; una disciplina per pochi e non per tutti; un ambito di studio che ha poco a che fare con la quotidianità e con la risoluzione rapida e concreta di problemi piccoli e grandi; un esercizio della mente che astrae e allontana dalla concretezza che al giorno d’oggi sembra essere il vero obiettivo.
Se questa è la cornice dentro la quale collochiamo la filosofia, “Socrate, per esempio. Altre storie dal passato” di Mariangela Galatea Vaglio è il libro che ci smentisce e per fortuna, dico io. L’autrice comincia dall’inizio della filosofia e del pensiero e li racconta con una passione che diventa subito contagiosa. Scrive benissimo e ha il pregio di raccontare la filosofia in modo semplice e non banale, mettendo in evidenza aspetti importanti che ne consentono l’aggancio e l’applicazione anche nella modernità. Sì, perché Mariangela è conoscitrice appassionata del mondo antico, parla di cose antiche, ma vive nella modernità e ci vive in modo attivo. Si immerge completamente nel mondo che racconta e porta con sé il lettore in un viaggio alla scoperta di un passato che poi così passato in effetti non è. “Socrate, per esempio” ci insegna che
“la filosofia è quella cosa con la quale, per la quale e senza la quale il mondo resta tale e quale”,
e ci ricorda che
“se le cose succedono in un posto, un motivo c’è.”
Due punti fondamentali per comprendere che la filosofia (e il sapere in generale) è complessa e non complicata e che studiare le origini e l’evoluzione del pensiero filosofico avulsi da un contesto spazio temporale è perfettamente inutile, perché il dove e il quando sono fattori senza i quali non ci sarebbe nemmeno il cosa.
La lettura di questo libro, quindi, ci permette di compiere un viaggio, che abbiamo già fatto a scuola, alle origini del pensiero occidentale, ma con occhi talmente diversi che ci sembra nuovo. I compagni di questo viaggio sono personaggi che abbiamo sentito dire e che ci ricordiamo, magari per una cosa sola che hanno detto o fatto, ma la cosa davvero incredibile è che sono stati tutti i primi nella loro disciplina, i primi a pensare e teorizzare ciò che hanno pensato e teorizzato. Quelli che oggi definiremmo first mover del pensiero. Il nostro viaggio parte da Mileto dove incontriamo Talete, “quello dell’acqua” e dei triangoli; due ossessioni grazie alle quali “ha ristretto il mondo, o meglio lo ha reso descrivibile e quantificabile”. Ci sono Anassimandro che ha teorizzato l’infinito e Anassimene che di fronte a qualsiasi processo “doveva capire come più che quando o dove”. Ecateo che “dovrebbe essere ricordato come il padre della Storia, o meglio del giornalismo d’inchiesta” ha avuto la terribile sfortuna di essere contemporaneo di Erodoto, storico decisamente più fortunato in termini di fama, che lo costrinse, per nostra fortuna, a dedicarsi alla geografia. Se esistono le carte geografiche dobbiamo ringraziare Ecateo e dobbiamo ricordarci di farlo ogni volta che puntiamo un navigatore per studiare un percorso o per arrivare a destinazione. Ippodamo è il filosofo urbanista al quale i Greci devono la costruzione del Pireo; ovviamente non mancano Eraclito, Pitagora e i Pitagorici, Parmenide, Zenone ed Empedocle. Ancora, Solone, Erodoto e Tucidide, Gorgia e Protagora ai quali dobbiamo la nascita e la teorizzazione della retorica.
Non a caso il libro si intitola “Socrate, per esempio. Altre storie dal passato”. I Greci sono stati i fondatori del pensiero occidentale nella filosofia, nella politica, nella storia, nella geografia, nella matematica, nella retorica, nella fisica. Mariangela Galatea Vaglio, con un linguaggio moderno, riesce a dimostrare come gli Antichi che ci racconta, siano ancora tra noi molto più di quanto ci immaginiamo.
L’abitudine di relegarli a un passato talmente remoto da essere percepito come del tutto inutile ai fini della modernità è una stortura didattica che diventa, purtroppo, stortura percettiva e culturale.
Così come incomprensibile è l’abitudine di studiare tutte le materie ognuna separata da tutte le altre. Come se la storia, la geografia, la politica, le lingue, l’arte, la matematica, la fisica, la filosofia non fossero correlate tra loro a tal punto da costituire, prese nel loro insieme, la civiltà e la cultura dei popoli. Studiare il pensiero di un popolo, significa prima di tutto studiare il popolo stesso dal punto di vista antropologico, storico, geografico, artistico. Non si può capire il pensiero delle persone se prima non si capisce chi siano le persone stesse e quale sia la loro storia a 360 gradi. Mariangela Galatea Vaglio è bravissima a raccontare questa storia del pensiero storico, filosofico, geografico, matematico, politico, retorico, filosofico come un tutto correlato e strettamente interdipendente. Lo fa senza saccenza, con simpatia e semplificando senza banalizzare, per rendere comprensibile la complessità. “Socrate, per esempio” siamo noi. Uomini e donne in un contesto che condizioniamo e che ci condiziona. L’autrice ha il merito di trasmettere la sua grande passione per un mondo fatto di persone “normali” che amano e odiano le stesse cose che amiamo e odiamo noi, che hanno gli stessi bisogni e gli stessi obblighi, che devono lavorare per mangiare, che vivono immersi in una quotidianità con la quale devono fare i conti. Ed è proprio la loro umanità, la loro normalità a renderli così straordinariamente geni.
M. G. Vaglio, Socrate, per esempio. Altre storie dal passato, Ultra, 2015, pp. 245, € 12.90