Sei donne che hanno cambiato il mondo
Un libro che mi ha appassionato molto, perché mi ha permesso di conoscere sei donne eccezionali non solo dal punto di vista professionale, ma anche e forse soprattutto per il loro lato personale, privato. Gabriella Greison, fisica, giornalista e scrittrice, racconta la fisica che è la sua passione, attraverso la vita di Marie Curie, Lise Meitner, Emmy Noether, Rosalind Franklin, Hedy Lamarr e Mileva Marić. Sei donne di scienza che, attraverso i loro studi e le loro scoperte, hanno cambiato per sempre il nostro modo di guardare e vedere il mondo.
“Quando l’idea è davvero grande, cambia per sempre la storia del mondo e il futuro delle persone”.
E in effetti, nel caso di queste sei signore, è successo proprio questo. Hanno spesso lavorato nell’ombra di scienziati famosi, dovendo fronteggiare ambienti del tutto ostili, incapaci di riconoscere meriti alle donne proprio perché donne.
Non le conoscevo tutte prima di leggere questo libro, ma soprattutto di nessuna conoscevo la vita così come è raccontata dalla loro collega, autrice di questo libro.
Di Marie Curie Gabriella Greison ci dice che il suo “approccio era serio, severo, un atteggiamento che sarà una costante e un elemento di forza per tutta la sua vita”.
La sua determinazione e la sua straordinarietà hanno fatto sì che fosse “la prima donna ad essere insignita del premio Nobel”, nel 1903 per la fisica insieme al marito per i loro studi sulle radiazioni e nel 1911 per la chimica per la sua scoperta del radio e del polonio. Marie Curie era polacca e, per poter accedere agli studi universitari, ha dovuto trasferirsi a Parigi. Già questo è un elemento che denota la grande determinazione a voler realizzare i suoi sogni.
Lise Meitner era di origini ebraiche e questo non le semplificava la vita, ma
“aveva un sogno nella vita e voleva realizzarlo: ogni azione, ogni spostamento per lei era finalizzato al raggiungimento del fine più grande della sua vita.”
È merito suo la spiegazione teorica della fissione nucleare realizzata da Otto Hahn e, nonostante si sia dedicata “allo studio dell’elettricità, del magnetismo, della termodinamica, dell’idrodinamica e della meccanica”, Lise, in tutto il mondo è riconosciuta come «madre della bomba atomica». Ingiusto vero?
Emmy Noether è stata definita “il più grande matematico donna di tutti i tempi” e ciò è talmente vero che era così attratta dalle teorie matematiche, che non teneva in nessun conto i beni materiali. Gabriella Greison, a tal proposito, racconta un episodio bellissimo che mette in evidenza l’intelligenza brillante e unica di Emmy.
“Una volta, a Gottinga, Emmy stava camminando con alcuni suoi studenti , per strada, nel bel mezzo di un temporale. Aveva un ombrello, ma era pieno di buchi e molto vecchio, al punto che se anche si riparava, la pioggia passava ugualmente. Una ragazza del gruppo le suggerì di ripararlo, e Emmy rispose: “Ha ragione , signorina. Teoricamente. In pratica, invece, la riparazione non potrà mai essere attuata: quando non piove io non penso al mio ombrello, ma ci penso solo quando piove, e quando piove ne ho bisogno.”
Ragionamento impeccabile per una mente matematica.
Rosalind Franklin è la prima scienziata “a scoprire la struttura a doppia elica del DNA”. È Rosalind Franklin che, con il suo lavoro, ha permesso a Wilkins, Watson e Crick di ricevere il premio Nobel esattamente per questa scoperta. Per ottenere qualche riconoscimento, non dai colleghi, ma dalle istituzioni scientifiche, Rosalind ha dovuto attendere fin dopo la sua morte!
Hedy Lamarr è decisamente più conosciuta come attrice che come inventrice. In realtà Hedy è stata una studentessa di ingegneria ed una inventrice alla quale tutti noi dobbiamo davvero molto. Suo e del musicista George Antheil è l’invenzione di un sistema di modulazione per la codifica di informazioni da trasmettere su frequenze radio verso un’entità in grado di riprodurle esattamente nello stesso ordine nel quale le ha ricevute. Sistema che sta alla base delle tecnologie di trasmissione usate nella telefonia e nelle reti wireless.
Tutt’altro che una semplice seduttrice dalla bellezza mozzafiato.
“Nell’ultima intervista a domande come «qual è la cosa che le piace di più al mondo» lei rispondeva «tenere impegnata la mia testa con formule di fisica mentre parlo con gli uomini». Alla domanda «perché non ha messo il calco delle sue mani sull’Hollywood Boulevard ?», la sua risposta è: «Perché sono già stata calpestata abbastanza».”
L’ultima è Mileva Marić, una delle prime donne a studiare Fisica al Politecnico di Zurigo. Moglie di Einstein, è stata fondamentale nello sviluppo delle teorie rivoluzionarie del marito, anche se è vissuta sempre nella sua ombra. È difficile stabilire, tra Einstein e Mileva Marić i meriti dell’uno e dell’altra nella teoria che ha rivoluzionato non solo il pensiero scientifico, ma l’intero modo di concepire l’universo.
“Ci restano le parole di Albert Einstein, in uno dei suoi aforismi più sibillini: «Il segreto della creatività è saper nascondere le proprie fonti»”.
Forse un riconoscimento di merito ad una donna intelligentissima.
La Greison dice una frase molto bella:
“Tutte le storie che hanno a che fare con la fisica sono straordinarie perché parlano di qualcosa, un’idea, un’invenzione, che prima non c’era e poi c’è.”
Non solo una scienziata che parla di scienza, ma anche una donna appassionata che, in questo libro, racconta la vita di sei donne che hanno seguito la loro passione nonostante tutto e nonostante tutti e hanno cambiato il mondo. Sei storie di scienza, ma anche umane e personali. Sei esempi di come non arrendersi di fronte ai propri sogni, sia quasi sempre la scelta giusta.
G. Greison, Sei donne che hanno cambiato il mondo. Le grandi scienziate della fisica del XX secolo, Bollati Boringhieri, 2017, pp. 212, € 15.00