I pionieri

I pionieri” è il romanzo di esordio di Luca Scivoletto e confesso che, quando mi è stato assegnato dal gruppo di lettura che frequento perché lo leggessi, non sapevo proprio cosa aspettarmi.
La storia è ambientata nel Paesone della Sicilia, di cui non si dice mai il nome, alla fine degli anni ’80 e il protagonista è Enrico Belfiore, un ragazzino di undici anni che sta per andare in prima media. È figlio di genitori che hanno l’unica passione della politica e che sono schierati in modo incondizionato e insindacabile dalla parte del comunismo. Michele, il padre, è vicesegretario regionale del Pci e gestisce la sua esistenza e quella della famiglia in nome di principi quasi sovietici: ha in mente solo la militanza attiva che non prevede vacanze al mare, amicizie al di fuori dell’ideologia politica professata, niente abbigliamento di marca, nessuna concessione al libro i pioniericonsumismo, partecipazione attiva ai comizi e alle manifestazioni politiche. La moglie Luisa, che da anni cerca dei laurearsi in psicologia, in realtà vive al servizio del marito; Chiara, la sorella maggiore di Enrico che si chiama così in onore di Berlinguer, cerca di affrancarsi dall’ossessione comunista della famiglia, perché a lei la politica proprio non interessa.
Un personaggio fondamentale per la storia è Renato, l’amico di sempre di Enrico, anche lui appassionato di politica che ha come unico desiderio quello di essere un comunista esemplare.
Alla soglia della scuola media e dell’adolescenza, Enrico decide che vuole essere come gli altri, potersi scegliere gli amici a prescindere dalla loro appartenenza politica, innamorarsi della ragazza bionda che gli piace, indossare le Reebok e ascoltare i Duran Duran.

Enrico non aveva mai avuto le idee così chiare in vita sua. Vedeva già gli alberi, i sentieri, la pace di un bosco dove poter stare finalmente da soli e passare un’estate da uomini. Ma l’amico non era convinto.

Ci riuscirà? E Renato sarà dalla sua parte?
Dico subito che sono molto contenta di avere letto “I pionieri“. Mi è piaciuto tutto del romanzo: la storia, la caratterizzazione dei personaggi, la descrizione del periodo storico e del contesto geografico che non è di secondaria importanza. “I pionieri” non appartiene a un unico genere letterario, sempre che vogliamo classificarlo per forza.
È sicuramente un romanzo di formazione, anche se racconta le avventure di Enrico e Renato relativamente al solo anno della prima media. Un anno però di grande intensità, ricco di accadimenti, belli e brutti, ma di certo decisivi, per individuare ‘un prima e un dopo‘ nella trasformazione dei personaggi. È anche la storia di un’amicizia importante tra adolescenti, declinata in tutte le sue sfumature. Enrico e Renato sono legati da un sentimento profondo e sincero; non è mai davvero messo in discussione l’affetto reciproco che li lega, anche quando litigano, perché si trovano a difendere posizioni opposte. La solidarietà tra loro, la voglia di crescere insieme, di esserci l’uno per l’altro è il filo conduttore di tutte le avventure che affrontano, dall’esibizione canora (inascoltabile) di fronte agli insegnanti e a tutti i compagni di scuola, agli allenamenti di atletica fatti contro voglia semplicemente per contravvenire alle regole imposte dalla famiglia Belfiore, ai panini pagati sotto ricatto a Gulino, il bullo figlio del fascista del paese. C’è anche l’aspetto dell’avventura che non è secondario, specialmente se questa è l’unico mezzo che i ragazzi hanno per tentare di realizzare i propri sogni e diventare finalmente dei pionieri veri.
Luca Scivoletto è regista e sceneggiatore e la sua professione emerge in questo romanzo d’esordio. Si vede nella tecnica narrativa, nel ritmo e nelle descrizioni di personaggi e ambientazioni. È una scrittura molto visiva; il lettore si trova di fronte a vere e proprie scene in cui gli accadimenti si svolgono secondo un ritmo molto preciso. Le descrizioni del clima politico della Sicilia di quel periodo sono lente, mentre le parti avventurose che coinvolgono i ragazzi sono più veloci. Anche la scelta del linguaggio è funzionale alla narrazione ed è parte integrante della caratterizzazione dei personaggi. Scivoletto dedica grande attenzione alla resa dei protagonisti de “I pionieri“, ma anche i personaggi secondari sono molto curati e hanno una loro personalità che non è solo accennata. Chiara, ad esempio, è descritta proprio come una ragazza adolescente decisa a fare la sua vita indipendentemente da quella dei genitori e, in questo senso, si fa carico anche di aiutare il fratello ad acquisire una sua autonomia di pensiero e di comportamento. Il bullo della scuola, Gulino, risulta totalmente antipatico fin da subito, ma nel corso della storia avrà la sua trasformazione e questo passaggio è reso con grande attenzione linguistica e descrittiva.
I pionieri” è una bella esperienza di lettura che consiglio agli adulti, ma anche agli adolescenti; agli adulti per entrare nel mondo dei ragazzi e tentare di capirli, agli adolescenti per capire se stessi e non rinunciare a crescere.

L. Scivoletto, I pionieri, Fandango libri, 2019, pp. 335, € 18.00

Cecilia Mattioli

Lavoro con le persone. Amo leggere. Amo scrivere. Provo entusiasmo per qualsiasi cosa mi faccia crescere e non mi stanco mai di imparare

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