Minimalismo digitale. Rimettere a fuoco la propria vita in un mondo pieno di distrazioni

Se pensiamo al rapporto quasi totalizzante che abbiamo con le tecnologie in generale, l’espressione “minimalismo digitale” sembra una contraddizione apparentemente insanabile. In realtà è il titolo del nuovo libro di Cal Newport, con il quale l’autore si e ci propone di “rimettere a fuoco la propria vita in un mondo pieno di distrazioni”. Se il minimalismo indica la scelta di avere, desiderare e fare solo ciò che è davvero necessario, meglio dire essenziale, Cal Newport definisce il minimalismo digitale

una filosofia d’uso della tecnologia secondo cui l’utente dedica il proprio tempo online a un ridotto numero di attività accuratamente selezionate e ottimizzate per sostenere obiettivi e valori importanti, trascurando felicemente tutto il resto.

Una definizione molto chiara che pone l’attenzione su due aspetti importanti: non si tratta di rifiutare in toto il mondo digitale, cosa che sarebbe oltre che praticamente impossibile, anche e soprattutto insensata. La strategia giusta è scegliere gli strumenti ai quali ha senso dedicarsi, perché rappresentano la soluzione migliore per sostenere i propri valori.minimalismo digitale
Scegliere gli strumenti digitali e non subirli, non esserne in balìa: questo è quello che occorre fare perché il digitale torni a essere uno strumento utile e non tossico, un aiuto e non un danno, un potenziale e non un limite.
I verbi che definiscono i principi fondamentali del minimalismo digitale sono tre:

  • Mettere ordine
  • Ottimizzare
  • Scegliere

Tre operazioni indispensabili che Cal Newport spiega nel dettaglio partendo sempre dal perché sono necessarie. Il primo beneficio è intuitivo e immediato: per ordinare, ottimizzare e scegliere occorre assumere un punto di vista critico rispetto alle proprie abitudini, che si ottiene solo se ci si ferma a riflettere e ad analizzare i propri comportamenti digitali.
Ce la ricordiamo tutti la storiella sulle rane:

si dice che se ne butti una dentro una pentola d’acqua bollente, d’istinto schizzerà fuori con una zampata per salvarsi la vita. La stessa rana però finirà bollita se la metti in una pentola con l’acqua appena tiepida e la fiamma bassa. All’inizio il tepore sarà addirittura confortevole, ma poi, mano a mano che l’acqua si scalderà, la rana cercherà di adattarsi e si renderà conto del pericolo solo troppo tardi. La temperatura l’avrà resa troppo debole per saltare fuori dalla pentola e, poverella, finirà bollita.

La dipendenza comportamentale che le nuove tecnologie volutamente innescano nell’utilizzatore non consapevole hanno lo stesso effetto che l’acqua, prima tiepida e poi sempre più calda, ha sulla rana. Il “minimalismo digitale” serve a percepire il ‘pericolo dell’acqua tiepida’ attraverso la costruzione di un utilizzo consapevole. 
Cal Newport , professore di Computer Science, ci avverte che

siamo stati coinvolti in una lotta impari, in cui le tecnologie che violavano la nostra autonomia miravano, con precisione sempre crescente, a una vulnerabilità ben radicata nel nostro cervello, mentre noi ingenuamente ci credevamo ancora intenti soltanto a giocherellare con divertenti regali inviatici da amichevoli divinità nerd.


La vera sfida è passare dalla perdita di controllo, che diventa dipendenza dannosa, all’autonomia di scelta che sta alla base di un utilizzo funzionale ed etico di strumenti senza dubbio utili e di cui non dobbiamo fare a meno. Il minimalismo digitale è una filosofia che ha come obiettivo la scelta di ripristinare un equilibrio consapevole che ci emancipi dai dispositivi digitali e ci renda di nuovo protagonisti del nostro tempo e padroni delle scelte che per noi sono realmente di valore.

Ricordiamolo sempre: “La scelta consapevole paga più della comodità

C. Newport, Minimalismo digitale. Rimettere a fuoco la propria vita in un mondo pieno di distrazioni, ROI edizioni, 2019, pp. 247, € 19.00

Cecilia Mattioli

Lavoro con le persone. Amo leggere. Amo scrivere. Provo entusiasmo per qualsiasi cosa mi faccia crescere e non mi stanco mai di imparare

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