Margherita Hack: nove vite come i gatti

Cari fratelli di zuppa, il mio nome è Margherita, ho due mani dotate di pollice opponibile come quelle dei miei antenati scimpanzé, due occhi per guardar per aria, una bocca che non riesco a tener chiusa e due gambe che ormai fanno un po’ di fatica a portarmi in giro. Sapete com’è, ho novant’anni.

Così si descrive Margherita Hack in ‘Nove vite come i gatti. I miei primi novant’anni laici e ribelli’. Voi avreste mai pensato di dire questo di voi? Io no e credo che già solo queste quattro righe mettano in evidenza la straordinarietà di questa donna che è stata anche un’eccellente scienziata. Margherita Hack in questo piccolo libro, scritto insieme a Federico Taddia, si racconta con una grande naturalezza e al lettore sembra di sentirla parlare e di vederla nelle sue inconfondibili espressioni del viso.

Gran parte della nostra vita è fondata su un brutto vizio: la presunzione:

un atteggiamento che non sopporta e dal quale si mantiene lontana per tutta la vita e anche adesso nel raccontarla. Nasce nel 1922 in un mondo che, purtroppo, sta cambiando radicalmente dal punto di vista politico, da una famiglia del tutto fuori dall’ordinario in un contesto che lei stessa definisce “originale”. nove vite come i gatti libroI genitori sono vegetariani e abbandonano le religioni tradizionali per aderire a una corrente di pensiero, la teosofia, che predica la fratellanza. 
La libertà e la grande coerenza dei genitori non possono che riflettersi anche su Margherita che, fin da bambina, impara il valore della libertà e della responsabilità di prendere le proprie decisioni in autonomia.

Fai una scelta responsabile, purché sia la tua scelta

è il suo motto nella vita privata e professionale. È così che riesce a mantenere fede ai propri ideali e ai propri principi, senza cedere mai a compromessi del tutto inaccettabili. L’onestà intellettuale che ha caratterizzato tutta la sua esistenza, è anche qui in queste pagine autobiografiche, dove non si vergogna ad ammettere di aver superato alcune difficoltà scolastiche grazie a eventi storici che, in maniera inaspettata, si sono rivelati a suo favore (per esempio un esame saltato per colpa di un allarme di guerra) e dove dichiara di aver ottenuto i risultati personali e professionali sempre e solo grazie alla sua dedizione allo studio e all’umiltà di imparare da insegnanti “speciali” che le hanno trasmesso la passione per la scienza e per la divulgazione alla quale si è dedicata per tutta la vita.

Se un’informazione ci ha messo appena qualche minuto a entrarti nel cervello, ci metterà altrettanto poco per sfuggirti di mente. Preferisco assorbire le cose con costanza, lentezza e applicazione. Intasarsi il cervello di dati potrà servire a passare un esame il giorno dopo, ma di certo quella mole di conoscenza accumulata in fretta e furia non resterà con te a lungo e ben presto si scioglierà come neve al Sole

Il suo più grande successo, credo, sia stato avere il centro astronomico di Trieste da gestire e da risollevare dalla “disgrazia” in cui versava, per rilanciarlo e farlo funzionare, grazie al lavoro dei giovani scienziati che Margherita Hack ha sempre voluto valorizzare, nella convinzione che solo così il futuro della scienza è ancora possibile.
Nove vite come i gatti. I miei primi novant’anni laici e ribelli’ è un piccolo libro di poche pagine che si legge velocemente, ma che offre anche molti spunti di riflessione che, partendo dall’esperienza della scienziata, riguardano la vita di tutti noi. Margherita non fa mistero del suo punto di vista in riferimento all’organizzazione delle università, della ricerca scientifica e del mondo del lavoro; ritiene, da atea convinta e praticante, che l’invenzione di un “creatore che vive nei cieli” sia un atto di presunzione tale che non solo “ce lo siamo inventato”, ma gli abbiamo dato addirittura “la nostra faccia”.
Se consideriamo che Margherita Hack è arrivata alla scienza per caso, dopo essersi iscritta alla facoltà di lettere ed essersi annoiata a morte alla prima lezione, direi che leggere la storia dei suoi primi novant’anni è un’esperienza ricca di sorprese.
 ‘Nove vite come i gatti. I miei primi novant’anni laici e ribelli’ racconta la vita straordinaria di una donna scienziata ha sempre pensato che

La felicità è essere contenti di quello che si ha. E io non posso proprio lamentarmi. Ho avuto tanto senza mai scendere a compromessi. Ho battagliato, certo. Ma fa parte del gioco. (…) Ho fatto un lavoro serio, onesto, ma senza grandi clamori. Ho solo portato la mia pietruzza, il mio contributo al mosaico della scienza. Cercando la verità. Dicendo la verità.

Pensieri questi che, sono sicura, continua a sostenere anche adesso che è in mezzo a quelle stelle luminose e magiche alle quali ha dedicato tutta la sua vita ‘spettinata‘ proprio come lei.

M. Hack, F. Taddia, Nove vite come i gatti. I miei primi novant’anni laici e ribelli, Rizzoli, 2012, pp. 137, € 8.00

Cecilia Mattioli

Lavoro con le persone. Amo leggere. Amo scrivere. Provo entusiasmo per qualsiasi cosa mi faccia crescere e non mi stanco mai di imparare

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