Che cosa vediamo quando leggiamo

Che cosa vediamo quando leggiamo’ è il titolo del saggio di Peter Mendelsund pubblicato quest’anno dall’editore Corraini.
Un’affermazione – potrebbe essere una domanda – che esplicita il contenuto dell’opera. Il lavoro principale dell’autore consiste nel disegnare copertine, ovvero nel cogliere con una sola immagine la suggestione principale di un libro, senza intervenire in modo invasivo sul lettore condizionando la sua scelta ancora prima che ne cominci la lettura. Un compito importante dal quale scaturisce la necessità di valutare, sempre dal punto di vista del lettore, quali sono i meccanismi dell’immaginazione che si attivano, che cosa vediamo durante la lettura.che cosa vediamo quando leggiamo
Il primo elemento che emerge è che noi cominciamo a immaginare nel momento stesso in cui iniziamo a leggere; fin dalla prima frase ci attiviamo per visualizzare, tradurre in immagini ciò che le parole raccontano e soprattutto quello che non dicono. Proprio in questo sta la differenza tra leggere un libro e vedere un film: nel racconto per immagini non c’è nessuno spazio per la nostra immaginazione di spettatori e quello che vediamo è sì una delle mille interpretazioni possibili (quella del regista), ma, da quel momento in poi, diventa l’unica, perché ci rimane impressa in modo indelebile. Guardare un film è, da questo punto di vista, un’operazione passiva, mentre la lettura presuppone il nostro co-protagonismo, la costruzione della ‘nostra’ storia attraverso l’attivazione dell’immaginazione come processo dinamico che va di pari passo con lo scorrere delle pagine del libro.
Un altro aspetto sorprendente e in parte controintuitivo è che le immagini che ci facciamo di ciò che leggiamo non sono quasi mai nitide.

La storia della lettura è la storia di un ricordo. Quando leggiamo, più siamo immersi, meno siamo capaci, in quel momento, di controllare attraverso le nostre facoltà analitiche l’esperienza nella quale siamo immersi.

Se qualcuno ci chiede chi sono Madame Bovary, la Signora Dalloway o Anna Karenina di certo rispondiamo senza esitazione; ma se la domanda diventa come sono, che aspetto hanno, quali sono le loro caratteristiche fisiche, allora per rispondere impieghiamo di certo più tempo. Questo dipende anche dal fatto che, in alcuni passaggi, gli autori sembrano presentarci delle immagini, ma quello che in realtà ci offrono sono ‘fatti narrativi’. Altre volte il personaggio stesso è in divenire e l’autore aggiunge i particolari man mano che sono funzionali alla storia, ma per la nostra immaginazione avere a disposizione molti dettagli non significa necessariamente una visione più nitida.
Gli spunti di riflessione sono tantissimi e ogni pagina è una miniera di parole scritte e sottintese, di immagini definite o solo abbozzate, di spunti di riflessione su qual è il nostro rapporto con la lettura, su cosa vediamo quando leggiamo.
Per raccontare ‘Che cosa vediamo quando leggiamoMendelsund gioca con il suo stesso libro. La veste grafica e strutturale è quasi completamente visiva. Il testo e l’apparato visuale procedono di pari passo, si integrano e la lettura diventa un processo alchemico con cui la mente immagina, sperimenta, crea. Per dirla con Calvino, in questo libro l’autore unisce i due processi immaginativi:

quello che parte dalla parola e arriva all’immagine visiva e quello che parte dall’immagine visiva e arriva all’espressione verbale. 


Una indagine provocatoria e insolita sulla comprensione che il lettore ha del suo ruolo;

una prospettiva nuova e affascinante dell’esperienza della lettura grazie anche a una prosa lucida e scorrevole e a immagini sorprendenti in una brillante fusione di filosofia, psicologia, teoria letteraria e arte visiva. 


L’inizio è sempre un momento cruciale, perché è quello della scelta: in questo caso l’opzione è tra fare finta di niente o aprire il libro e godersi questa esperienza di lettura immersiva. Io non ho avuto dubbi e ho scelto la seconda opzione, già partendo dal buco della serratura che è in copertina.

P. Mendelsund, Che cosa vediamo quando leggiamo, Corraini, 2020, pp. 452, € 19.50 (trad. M. T. De Palma)

Cecilia Mattioli

Lavoro con le persone. Amo leggere. Amo scrivere. Provo entusiasmo per qualsiasi cosa mi faccia crescere e non mi stanco mai di imparare

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