La parola magica

“Esiste un modo per riprogrammare in maniera automatica e inconscia il nostro cervello e liberarne il potenziale?”

Ovviamente la risposta è sì e ci sono molti manuali scritti proprio a dimostrazione che la riprogrammazione è possibile. “La parola magica” è qualcosa di più: è un romanzo, non un manuale e nemmeno un saggio. Paolo Borzacchiello sceglie di raccontare la sua passione che è anche il suo lavoro attraverso il romanzo, il genere letterario che ha davvero la capacità e la forza di parlare a chiunque e di far entrare il lettore nella storia attraverso quella dei personaggi. L’autore, tra le altre cose, è un esperto di intelligenza linguistica che è la consapevolezza dell’effetto che le parole che diciamo e pensiamo (o non diciamo e non pensiamo) hanno sul nostro cervello e su quello degli altri. “La parola magica” racconta proprio questa storia: comunichiamo con tutto ciò che diciamo e facciamo; esserne consapevoli e avere gli strumenti per gestire al meglio questo processo è un valore enorme. Le parole che scegliamo quando parliamo cambiano il modo in cui possiamo agire e comportarci con le altre persone. Paolo Borzacchiello prova a spiegarlo e ad esemplificarlo attraverso una storia.la parola magica
Il protagonista de “La parola magica” è Leonard Want (il cognome non è affatto casuale) esperto in persuasione linguistica, che viene contattato da Dio in persona con il compito di aiutarlo a decidere se estinguere o meno la razza umana. Leonard, tanto sicuro delle sue competenze quanto scettico circa l’esistenza di Dio (che qui è personaggio femminile e si chiama Lisa), accetta l’incarico e comincia a lavorare a ciò per cui è pagato. Per sapere qual è la decisione finale, occorre leggere il romanzo fino alla fine, va da sé.
 In questo romanzo avvincente e ben congegnato, non c’è nulla di casuale nella caratterizzazione dei personaggi e nemmeno negli avvenimenti che ne costituiscono la trama. Inutile dire che ogni parola è misurata e pensata con attenzione e competenza.
Paolo Borzacchiello, da vero regista, tiene le fila di tutto quanto, con grande maestria e senza fini manipolatori. È una storia originale e anche un po’ stravagante, ma la scelta di utilizzare il romanzo per raccontare il potere delle parole e la forza della comunicazione consapevole è elemento di grande pregio, almeno per quanto mi riguarda. Borzacchiello sostiene che leggere “La parola magica” è già intervenire su se stessi e dare inizio a un percorso verso l’acquisizione di una consapevolezza comunicativa che passa attraverso il miglioramento del rapporto che il lettore ha con il proprio cervello. Il nostro cervello può pensare una sola cosa alla volta e, per lo più, la pensa e quindi la comunica per immagini; un esempio concreto e semplice, perché nell’esperienza di tutti, è l’associazione alto – basso a stati d’animo rispettivamente positivi o negativi. Quando siamo felici diciamo che abbiamo l’umore alle stelle (alto), mentre nei momenti di difficoltà ci sentiamo a terra (basso). Ciò che il cervello comunica è ciò che ha visualizzato e ogni associazione deriva o provoca un preciso stato d’animo che è approccio con la realtà. Cambiare le parole significa cambiare noi stessi, cambiare approccio alla vita.
Quanto in profondità agisca questo libro dipende molto dalle aspettative e dall’approccio del singolo lettore. Ho letto “La parola magica” con grande curiosità e, lo ammetto, con una aspettativa molto alta peraltro soddisfatta appieno. Sono sicura che questo libro, per i contenuti e per il modo in cui è scritto, lavori davvero su chi legge. È un lavoro che parte dalla forma e che diventa sostanza, perché mentre leggiamo la storia capiamo perfettamente che è scritta in un modo accurato, prestando attenzione a ogni singolo vocabolo, che sia un aggettivo o una semplice congiunzione. Borzacchiello riesce a trasmettere l’importanza delle parole, la forza che hanno e gli effetti che producono in chi le utilizza e in chi le riceve.

“come capita in tutte le magie, contano le parole magiche e contano i gesti del mago. Il mago sei tu.”

La parola magica è quella che ognuno di noi deve trovare, perché diventi compagna fedele, una formula alla quale fare riferimento e da pronunciare ogni volta che sentiamo quella magia che nasce dalla consapevolezza di sé e degli altri. Perché

“la parola, proprio come nei migliori incantesimi, può fare magie e trasformare chi la legge”

P. Borzacchiello, La parola magica, Mondadori, 2018, pp. 272, € 17.00

Cecilia Mattioli

Lavoro con le persone. Amo leggere. Amo scrivere. Provo entusiasmo per qualsiasi cosa mi faccia crescere e non mi stanco mai di imparare

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