Km 123. Tutto inizia con un cellulare spento

Il Km 123 è dove questa storia inizia, si sviluppa e si conclude. Una collocazione precisa che non lascia spazio a nessuna immaginazione, almeno per quanto riguarda il ‘dove’.

“Tutto inizia con un cellulare spento. A telefonare è Ester, a non rispondere è Giulio, finito in ospedale a causa di un brutto tamponamento sulla via Aurelia. A riaccendere il telefonino, invece, è Giuditta, la moglie di Giulio, che ovviamente di Ester non sa nulla. Potrebbe essere l’inizio di una commedia rosa, ma il colore di questa storia è decisamente un altro: un testimone, infatti, sostiene che quello di Giulio non sia stato un incidente, ma un tentato omicidio, e la pratica passa dagli uffici dell’assicurazione a quelli del commissariato.”

“Km 123” è un racconto giallo breve, ambientato a Roma, nel quale Andrea Camilleri dà l’ennesima dimostrazione della sua grande capacità narrativa. Ciò che accade ha un ritmo sostenuto, non ci sono rallentamenti narrativi né momenti di transizione non necessari. L’ambientazione è minima, la descrizione dei personaggi quasi inesistente. Tutto ciò che occorre sapere è raccontato attraverso dialoghi serrati, sms, email che i protagonisti si scambiano, e alcuni articoli di cronaca che compaiono sul Messaggero e che raccontano, a modo loro, ciò che i protagonisti vivono e descrivono attraverso il loro parlare e il loro agire.
In questa storia Montalbano non c’entra nulla e a dover dipanare questo groviglio di eventi sono il dirigente del Commissariato e la Polizia. km 123Come sempre, la trama e la sequenza degli accadimenti sono congegnati in modo inattaccabile: tutti pensano di avere la soluzione del caso, ma come in ogni giallo che si rispetti ciò che è ovvio, proprio per questo, è quasi sempre sbagliato. Tutti i personaggi sono collegati tra loro da rapporti più o meno stretti e ciascuno potrebbe tranquillamente essere il responsabile delle morti che avvengono per lo più al Km 123 della Via Aurelia. Camilleri ci coinvolge in questa storia e anche noi lettori non possiamo fare a meno di tentare di risolvere il ‘pasticciaccio’ per dirla con Gadda. Sapete qual è la verità? Che tutto quanto si risolve nell’ultima frase del giallo. Non alla fine, proprio nell’ultima frase e, tranne per investigatori esperti, è un vero colpo di scena. All’inizio sembrerebbe tutta una questione di gelosia e di infedeltà coniugale, ma non è così semplice. In effetti i messaggi d’amore disperati e senza risposta con cui inizia il racconto potrebbero far pensare a un Camilleri totalmente diverso dal solito, ma è sufficiente leggere qualche pagina in più per rendersi conto che il maestro del giallo è di nuovo capace di raccontare in modo perfetto e imprevedibile, come sempre o addirittura meglio. Le pagine di questo racconto sono davvero poche, ma gli elementi di un giallo doc ci sono tutti. Ho letto alcune critiche negative di persone che sono rimaste deluse proprio dalla brevità del Km 123. Credo sia un approccio non del tutto corretto, perché paragonare un racconto a un romanzo, confrontare il personaggio Montalbano con altro, serve solo a creare una stortura percettiva. Un racconto è sempre altro rispetto a un romanzo, già solo per genere. Nel caso del Km 123 la genialità di Camilleri sta proprio nella capacità di scrivere e raccontare adottando sempre espedienti narrativi e registri compositivi in linea con il genere nel quale si vuole posizionare. Camilleri è uno scrittore capace di scrivere tanto o poco, di avere un investigatore solo o una squadra, di concepire una trama complessa o semplice; quello che è certo è che il lettore si trova coinvolto nella vicenda e affascinato dalla capacità narrativa, dalla cultura e dall’umiltà di questo maestro. Il mio consiglio è: leggere il “Km 123” concentrati sul racconto e senza nessun confronto con il commissario Montalbano, perché questo è un racconto magistrale.

Andrea Camilleri, Km 123, Mondadori, 2019, pp. 154, € 15.00

Cecilia Mattioli

Lavoro con le persone. Amo leggere. Amo scrivere. Provo entusiasmo per qualsiasi cosa mi faccia crescere e non mi stanco mai di imparare

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