Il carteggio Aspern e altri racconti

Ho letto ‘Il carteggio Aspern e altri racconti‘ di Henry James nell’edizione Grandi Libri Garzanti, un volumetto di cui ho apprezzato la cura e la semplicità. Ad attrarmi è stato Il carteggio Aspern del titolo, perché in questa fase sono molto affascinata dai romanzi epistolari e da tutto ciò che ha a che fare con scambi di lettere. Il volume contiene oltre a questo, ‘Daisy Miller‘ e ‘Il diario di un uomo di cinquant’anni‘. Tre racconti molto famosi e altrettanto belli, anche se il mio preferito rimane proprio ‘Il carteggio Aspern‘. Tre città amate da James fanno da sfondo a queste tre storie: Venezia per il Carteggio, Roma per Daisy Miller e Firenze per il Diario.
Un breve accenno alle trame:

  • Il carteggio Aspern: Aspern è un poeta di inizio ’800 che pare avesse intrattenuto una fitta corrispondenza con una donna, ultracentenaria ancora in vita, che si è trasferita in Italia e vive rinchiusa da anni in un palazzo a Venezia. Il protagonista, voce narrante di cui non conosciamo il nome, ma sappiamo solo che è studioso appassionato di Aspern, arriva a Venezia; qui ritrova la donna e chiede di poter alloggiare da lei – pagando un affitto esagerato – nella speranza di mettere le mani sul famoso carteggio. Ci riuscirà? A che prezzo?
  • Daisy Miller: è la storia di una ragazza americana a Roma che si trova a dover fare i conti con la diversità profonda che caratterizza Europa e America. Due culture inconciliabili al punto da far apparire il comportamento libero della protagonista come qualcosa di ambiguo e deplorevole, sicuramente da condannare.
  • Il diario di un uomo di cinquant’anni: il protagonista è l’uomo di cinquant’anni del titolo che, dopo venticinque anni, torna a Firenze, città dalla quale si era allontanato per una fuggire da una storia amorosa. Qui incontra Stanmer, un ragazzo che vive una situazione sentimentale del tutto analoga alla sua con una giovane donna che, coincidenza incredibile, è la figlia della sua vecchia fiamma. Il protagonista, deciso a mettere in guardia il giovane dai pericoli della storia che sta vivendo, ripercorre, a tratti con nostalgia, tutta la sua vita fatta di successi e fallimenti, di delusioni e rimpianti.

In questi tre romanzi brevi James affronta tematiche a lui molto care e che costituiscono il filo rosso di tutta la sua scrittura. Passione e ossessione, emancipazione femminile e sottovalutazione delle regole del gioco sociale, il ripetersi ironico e ossessivo della Storia sempre uguale a se stessa, il confine non sempre chiaro tra il reale e l’immaginario, sono temi che lo scrittore sviluppa e approfondisce per tutta la vita. Sono elementi sui quali la riflessione è continua e dai quali il lettore non può prescindere.
Henry James ha una capacità narrativa straordinaria e tutti gli elementi dei suoi romanzi – stile, lessico, Il carteggio Aspern librodescrizione dei personaggi e degli ambienti – sono al servizio del messaggio che vuole comunicare a chi legge. Anche ne ‘Il carteggio Aspern e altri racconti‘, James conferma la sua abilità di scrittore.
I protagonisti dei tre racconti sono tutti molto “umani”; hanno una grande determinazione nel perseguire i loro obiettivi, ma quello che emerge è anche la condizione di vittime delle loro stesse ossessioni, dei sentimenti, in una parola, della vita. Il critico d’arte del Carteggio è disposto a tutto pur di impadronirsi delle lettere del suo poeta preferito e il finale, che lascia di stucco, fa di lui un personaggio per il quale non si può non provare sentimenti di compassione, nella valenza etimologica – “patire con” – del termine. 
Daisy Miller paga a caro prezzo il suo voler essere al di sopra delle convenzioni sociali e del giudizio degli altri; sicura e fiduciosa nei confronti dell’esistenza, non ha capito quanto forti e inesorabili siano, in realtà, gli ingranaggi di un sistema relazionale che giudica e non perdona. 
Il cinquantenne del Diario è condannato (e dannato) dalle sue granitiche certezze, che gli impongono di vedere nel giovane Stanmer se stesso da giovane. La sua ostinazione a interpretare la Storia come un “eterno ritorno dell’uguale”, per dirla con Nietzsche, lo rende un vecchio impiccione per certi aspetti anche un po’ ridicolo.
Delle tre città che fanno da scenario alle storie, James ci fa vedere aspetti che confermano la personalità dei protagonisti. Non sono descrizioni casuali: Juliette, l’anziana signora del Carteggio vive appartata, segregata da anni in un palazzo semi abbandonato di una Venezia silenziosa e lontana dagli sguardi dei turisti. James ci introduce in una città nascosta, difficile da decifrare e da vivere, proprio come il rapporto epistolare della anziana con il poeta Aspern, al punto da dubitare addirittura della sua reale esistenza.
Daisy Miller cerca di vivere la sua avventura europea in una Roma solo apparentemente cosmopolita e aperta alla modernità, nonostante sia il Colosseo a fare da sfondo all’epilogo tragico di tutta la vicenda.
Il cinquantenne del Diario ritrova una Firenze rimasta solo apparentemente immobile nei venticinque anni della sua assenza. Nulla è cambiato nella sua vita e nel suo modo di interpretarla, così come ogni cosa è rimasta uguale nella città in cui tutto è successo. Non so perché, ma mi viene in mente la famosa frase che Tancredi pronuncia ne ‘Il gattopardo‘: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Che sia andata così? O davvero non è successo niente?
Henry James è scrittore straordinario e ‘Il carteggio Aspern e altri racconti‘ è una raccolta di tre capolavori letterari.

Così, mentre ti aggiri per questi labirinti, non sai mai se insegui uno scopo o se fuggi da te stesso, se sei il cacciatore o la preda. Non un santo, sicuramente, ma forse non ancora un drago in piena regola: non proprio un Teseo, ma neanche un minotauro affamato di vergini. (Josif Brodskij, ‘Fondamenta degli incurabili‘).

H. James, Il carteggio Aspern e altri racconti, Garzanti, 2019, pp. 209, € 13.00 (trad. G. Lonza)

Cecilia Mattioli

Lavoro con le persone. Amo leggere. Amo scrivere. Provo entusiasmo per qualsiasi cosa mi faccia crescere e non mi stanco mai di imparare

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