La voce delle Sirene. I Greci e l’arte della persuasione

Laura Pepe ha scelto per il suo libro un titolo fortemente evocativo: ‘La voce delle Sirene. I Greci e l’arte della persuasione’. Le Sirene a cui si riferisce sono le protagoniste, insieme a Ulisse, di uno degli episodi forse più celebri di tutta l’Odissea e costituiscono un esempio lampante del concetto di persuasione. Venendo all’Atene del V secolo, l’oggetto di attenzione e di investigazione imprescindibile di Laura Pepe diventano la parola e l’importanza che essa assume nella vita privata e soprattutto in quella pubblica. Non importavano tanto la ricchezza o il rango sociale di appartenenza delle persone, quanto piuttosto la loro capacità, attraverso l’uso della parola, di contribuire al bene collettivo.
Non a caso valori fondanti della democrazia della parola erano pharresìa e isegorìa, rispettivamente la libertà di dire tutto e la facoltà concessa a chiunque di esprimere la propria opinione liberamente, su un piano di assoluta parità; tenendo ben presente che la democrazia dei Greci era diversa dalla nostra che è rappresentativa e l’unica decisione che spetta davvero a tutti è scegliere chi deve decidere. In una realtà in cui la partecipazione è effettiva e ha potere, il concetto di persuasione è centrale.
Ha a che fare con la seduzione contrapposta alla violenza e alla forza.la voce delle sirene libro
Persuadere è sedurre e la parola è lo strumento attraverso cui ciò può accadere.
L’utilizzo della parola è centrale ed è un’arma potente per indurre le persone ad agire secondo le nostre convinzioni. Prima e più di noi, i Greci erano consapevoli del fatto che la retorica fosse uno strumento che poteva essere utilizzato con un fine nobile, ma anche in modo fraudolento e iniquo.
Furono soprattutto i Sofisti a dimostrare la duttilità della parola e la facilità con cui, padroneggiando gli strumenti dell’eloquenza, si potevano utilizzare le capacità persuasive e dialettiche per sostenere o confutare qualsiasi teoria. Comprendere questo, significa ammettere che la parola possa avere un potere assoluto e che l’utilizzo etico dipenda unicamente dalla correttezza dell’oratore.

È inutile dire che il nostro debito nei confronti dei Greci è enorme. I Greci hanno insegnato a parlare, a ragionare, ad argomentare; hanno inventato la filosofia, la politica e la democrazia; ci hanno lasciato parole che continuiamo a usare nella nostra quotidianità, concetti chiave con cui non abbiamo mai smesso di confrontarci.

Laura Pepe in questo suo libro, che non ha nessuna pretesa di essere esaustivo, ci accompagna attraverso alcune delle tappe fondanti della retorica classica, senza mai perdere di vista il concetto fondamentale, ovvero la persuasione.

Da sempre i Greci sanno che la parola può convincere di ciò che è vero, di ciò che è giusto e di ciò che è meglio. Ma sanno anche, dai tempi delle Sirene, che in lei è connaturata una forza magica, psicagogica: essa può essere un incantesimo capace di impadronirsi dell’anima di chi ascolta; può ammaliare come la musica e curare come una medicina; ma, soprattutto, può ingannare e illudere.

All’autrice non interessa parlare del potere della parola in quanto tale, ma del suo potere persuasivo e seduttivo. Un discorso, per essere efficace, deve essere costruito ad arte per dare l’impressione di essere provo di arte e deve adattarsi alla natura e al carattere dell’ascoltatore con il quale deve entrare in sintonia.

I Greci usarono la parola per convincere del vero e del falso, per indurre a seguire ciò che è giusto o ciò che conviene, per far cadere in errore, per ammaliare, ingannare, consolare, conciliare, prevaricare, difendere, accusare, confondere. I nostri antenati ci insegnano quanto conti la capacità di dominare la parola, e – cosa di non minore importanza – quanto sia grande il vantaggio di chi sa riconoscere di essa le virtù e i vizi.

 

L. Pepe, La voce delle Sirene. I Greci e l’arte della persuasione, Laterza, 2020, pp. 206, € 18.00

Cecilia Mattioli

Lavoro con le persone. Amo leggere. Amo scrivere. Provo entusiasmo per qualsiasi cosa mi faccia crescere e non mi stanco mai di imparare

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