C’è sempre qualcosa che ci riguarda “Nella vita degli altri”

Quanto c’è di noi nella vita di chi ci sta attorno? Quanto c’è degli altri nella nostra vita? Qual è la distanza che intercorre tra il modo in cui noi ci vediamo e quello con cui gli altri ci guardano?

Tre domande molto importanti alle quali Michele Bravi, nel suo romanzo d’esordio “Nella vita degli altri” cerca di dare la sua risposta. La vicenda si svolge all’interno di una palazzina di cinque piani, un cubo di cemento pieno di finestre e di inferriate, che al piano terra ospita la panetteria del Sig. Bisacco. L’odore del pane che si diffonde all’interno del palazzo non è l’unico elemento che unisce i cinque inquilini che sono anche i protagonisti di questa storia, a tratti surreale. Bisacco è ossessionato dalla ricerca continua e incessante della sua esistenza che si concretizza nel vedere il suo riflesso in tutti gli specchi da cui si è circondato e in tutte le superfici riflettenti. Il giallo nasce quando il panettiere, in preda ad una attacco di follia, non riesce più a vedere la sua immagine riflessa e reagisce provocando il trambusto che spinge tutti i condomini ad andare nella sua abitazione per cercare di capire che cosa stia succedendo. nella vita degli altriGli inquilini rimangono tutti coinvolti in questa storia pazzesca, nella quale sono accusati del furto dell’identità da parte del Sig. Bisacco. Vera, Angelo, Achille e la Signorina Eco devono difendersi dalla follia del panettiere e, farlo, significa per ciascuno di loro entrare “Nella vita degli altri”.
Angelo è un giovane fotografo che vive la sua passione con ansia e sofferenza e l’unica cosa che non gli fa paura è ammettere di avere paura; Vera, prigioniera dei sogni di lusso e ricchezza che non sono mai stati alla portata delle sue possibilità e non lo sono tuttora, vive in un mondo fatto di invenzioni e bugie; Achille è un ragazzo sovrappeso che dopo una umiliante delusione d’amore cerca nel cibo la sua vendetta e la sua affermazione sul mondo; la Signorina Eco è una giovane donna, madre di un bambino nato da una relazione clandestina con un avvocato, che ha fatto di tutto per convincerla a rinunciare alla gravidanza e il suo rifiuto è l’unico atto di ribellione con il quale è riuscita ad affermarsi. Questi cinque personaggi sono solo in apparenza molto diversi tra loro; tutti quanti si sono costruiti un ‘personaggio’ con caratteristiche completamente diverse dalla loro essenza profonda, vivono protetti da un’apparenza distonica rispetto alla loro vera natura. Ciò che sono nella realtà è ben altro rispetto a ciò che vedono gli altri di loro. Si sono immersi nel loro personaggio, dietro alla loro maschera a tal punto da non riuscire più a distinguere la realtà dei fatti dalla loro narrazione.


“capita spesso di non saper più riconoscere cosa viviamo e cosa raccontiamo di aver vissuto. (…) Siamo diventati bugiardi col tempo per vivere una vita che non era la nostra e adesso ci assomigliamo tanto.”

Nella vita degli altri” è scritto senza dubbio con qualche ingenuità narrativa, ma è un romanzo d’esordio che affronta, con intelligenza, un tema importante. Tutti i personaggi si costruiscono un’immagine con la quale cercano di nascondere la loro vera natura agli altri, ma inevitabilmente anche a se stessi. Un meccanismo che li fa sentire protetti, ma che finisce per trasformarli in altro. Michele Bravi si chiede e ci chiede se ne valga davvero la pena. Ha senso dimostrare di essere quello che non siamo? Ha senso ingannare noi stessi e gli altri creando un racconto di noi che non ci descrive e che non ci appartiene? Se noi creiamo questo inganno è ragionevole pensare che lo facciano anche gli altri. Se è così, qual è la distanza che intercorre tra il modo in cui noi ci vediamo e quello con cui gli altri ci guardano? Qual è la distanza che intercorre tra il modo in cui noi vediamo gli altri e quello in cui gli altri si e ci vedono? Qual è la distanza tra l’immagine che vediamo di noi allo specchio e quella che vedono gli altri? Ancora, l’immagine che lo specchio ci restituisce è realmente la nostra?

M. Bravi, Nella vita degli altri, Mondadori, 2018, pp. 132, € 17.00

Cecilia Mattioli

Lavoro con le persone. Amo leggere. Amo scrivere. Provo entusiasmo per qualsiasi cosa mi faccia crescere e non mi stanco mai di imparare

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