Il drago non si droga
“Il drago non si droga” è un gioco di parole che Walter Lazzarin ha scelto come titolo per il suo terzo libro.
Nell’estate del 1990 Giacomo ha quasi otto anni. Ha due amici veri, Elio e Pollo, e ha anche un amico di peluche, “un drago verde con la pancia gialla e i capelli rossi”, che poi è Prezzemolo, la mascotte di Gardaland. Una sera Giacomino è arrabbiato con la mamma che gli ha dato uno schiaffo davanti a tutti e decide di scappare di casa con l’inseparabile drago, per vedere cosa succede di notte nei giardini pubblici dove di solito gioca di giorno stando lontano dalla “foresta proibita”, quella dei drogati. Finalmente può andare a vederli da vicino quei famosi drogati e scopre che uno di loro conosce il suo nome e la sua data di nascita. Mentre Giacomino inizia la sua esplorazione la mamma si accorge che il figlio non è più a casa e inizia un viaggio parallelo alla ricerca del bambino perduto; una ricerca che coinvolge tutti i protagonisti, drago compreso, ovviamente.
È una favola moderna, un romanzo di crescita e di formazione in cui si cresce, si piange e si ride, si scappa e ci si ritrova tutti insieme. Walter Lazzarin sceglie di raccontare questa storia dando voce a tutti i suoi protagonisti, ma con una particolarità: ciascun personaggio è messo a fuoco anche e soprattutto attraverso il punto di vista degli altri. Ogni personaggio ha un suo carattere e peculiarità che lo rendono unico. Giacomo è un bambino curioso, che ha voglia di conoscere cosa succede nel mondo quando lui non c’è. Non sopporta tanto volentieri le regole, specie se a suo giudizio sono immotivate e ha trovato in Prezzemolo, il drago con il sorriso cucito, il suo grillo parlante che lo consiglia e lo protegge. Elio e Pollo sono a pari merito i suoi migliori amici, quelli con i quali andare alla scoperta del mondo aggirando le proibizioni delle mamme. La mamma di Giacomino, separata dal padre, cerca di fare del suo meglio per crescere da sola un bambino che, come è inevitabile per la sua età, la mette a dura prova e la costringe a fare i conti con le sue indecisioni e con le scelte di cui pagano le conseguenze tutte le persone coinvolte. In questa favola moderna meritano attenzione due personaggi che, secondo me, sono protagonisti al pari dell’ottenne: il padre drogato, che Giacomo incontra da vicino per la prima volta di notte quando fugge di casa, quel drogato che sapeva il suo nome e la data del suo compleanno. Il padre è il personaggio che cresce di più, proprio grazie all’incontro col figlio che gli permette di rendersi conto che, dopo tutto, essere adulto e padre non è poi così male. La droga gli aveva permesso di entrare in una dimensione apparentemente più facile rispetto alla paternità e l’amore per l’altro personaggio da segnalare Lucrezia, la fidanzata tossicodipendente come lui è la ciliegina sulla torta. Alla domanda del bambino su quale sia il suo lavoro, lei risponde con grande serenità che fa la spacciatrice, più o meno quello che fa anche lui con le figurine doppie dei calciatori quando cerca di piazzarle ai suoi amici che non le hanno ancora. Lucrezia è un personaggio un po’ buono e un po’ no; fa spesso la parte di quella dura, quella che prende le decisioni sbagliate, ma Walter Lazzarin fa in modo che il lettore intraveda sempre quella parte di umanità che la rende comunque un personaggio al quale non si può non voler bene.
“Il drago non si droga” è un racconto semplice, mai banale, scritto con uno stile di grande effetto, efficace e graffiante al punto giusto. Walter Lazzarin conosce alla perfezione la lingua e sa come valorizzare il racconto dando a ogni momento della narrazione e a tutti i personaggi uno spazio e un tempo adeguati: niente di più e niente di meno di ciò che occorre. Il punto di vista è sempre con le caratteristiche del personaggio che lo sta esprimendo e chi legge riesce a cogliere tutte le sfumature di una storia che affronta con leggerezza, ma anche con la giusta profondità temi che appartengono alla vita. L’importanza della fantasia e della curiosità, che permettono ai bambini di interrogarsi sul mondo e sull’altro da sé, il valore dell’amicizia della quale non si può fare a meno, il pregiudizio che circonda il mondo della droga che invece, visto da vicino, può diventare anche qualcosa di diverso, la responsabilità di essere genitore che comporta dei rischi, ma che a ben vedere è soprattutto una straordinaria opportunità. “Il drago non si droga” è una favola moderna che coinvolge tutti e che racconta il senso della vita e della crescita. Per diventare adulti occorre acquisire consapevolezza e il modo migliore per farlo è esplorare, sbagliare e riuscire a imparare dai propri errori, ben sapendo che non si cresce mai da soli.
Voglio aggiungere ancora una cosa, alla quale tengo davvero tanto. Quando ho conosciuto Walter Lazzarin nella tappa ferrarese dello Scrittore per strada, non ho acquistato subito il libro, perché mi sono persa a chiacchierare con lui e a farmi raccontare la magia di questo suo progetto. Mi sono pentita e ho dovuto aspettare mesi prima che tornasse nella mia città con il mitico drago che non si droga. La seconda volta l’ho acquistato con l’emozione e la curiosità che si provano di fronte a un oggetto che hai desiderato a lungo. Ci tengo molto, perché è un libro prezioso scritto da un ragazzo che merita attenzione, rispetto e stima. Il mio consiglio quindi è: cercate lo scrittore per strada, incontratelo, ascoltatelo e comperate da lui “il drago non si droga”.
W. Lazzarin, Il drago non si droga, Red Fox, 2015, pp. 160, € 12.00