Il mestiere dello scrittore. La fortuna è solo un biglietto di ingresso

Il mestiere dello scrittore è un saggio, ma anche, e direi soprattutto, un’autobiografia. Murakami Haruki ci permette di entrare nel suo laboratorio di scrittura e di capire come è diventato l’autore acclamato che tutti conosciamo e apprezziamo. È il racconto onesto di quello che è successo al suo autore. Nessuna pretesa di universalità. Si tratta proprio di rivivere, insieme ad Haruki, il suo percorso dalla scuola, che non amava per nulla perché “fabbrica del conformismo”, alla fama che è arrivata dopo un lungo percorso fatto di metodo, regole, sacrifici e dedizione. Un’autobiografia letteraria che aiuta il lettore a rispondere a domande molto concrete:

  • Come si impara a scrivere?
  • Esistono dei veri e propri esercizi per l’aspirante romanziere?
  • Cosa determina l’originalità di un libro?
  • È giusto assegnare ai premi letterari tanta importanza?
  • Uno scrittore dove «trova» i personaggi da mettere in scena?
  • Qual è l’importanza della forma fisica per un romanziere?

A tutte, Haruki risponde raccontando la propria esperienza, quello che è successo a lui, quale risposta ha dato lui a queste domande.il mestiere dello scrittore libro
Ma la domanda più importante, dalla quale partire per decidere se abbia senso scrivere oppure no è:
per chi si scrive?

Quando intraprendi una cosa che ritieni molto importante per te, se in essa non trovi un piacere e una gioia naturali e spontanei, se mentre la fai non senti un’eccitazione in petto, significa che c’è qualcosa di sbagliato, di poco armonioso.”

Haruki però ci avverte che il mestiere dello scrittore non è per nulla facile né, tanto meno, immediato. Richiede sacrificio, metodo, dedizione e tempo, molto tempo.


“La differenza tra avere o meno effetto immediato, tanto per fare un esempio, è la stessa che intercorre tra un bollitore piccolo e uno grande. In quello piccolo l’acqua bolle subito, ma si raffredda in fretta. In quello grande invece l’acqua mette molto tempo a raggiungere la temperatura voluta, ma una volta che bolle, non si raffredda facilmente. Non si tratta di stabilire quale dei due è migliore, dipende dall’uso che se ne vuole fare. La cosa essenziale è saperli usare entrambi nel modo opportuno.

Nessun giudizio di valore, ma solo una precisazione di metodo.
Si può scrivere un romanzo che abbia un effetto immediato, senza dubbio, ma occorre essere consapevoli che

“Scrivere un romanzo o due non è poi così difficile. Ma pubblicarne molti, mantenersi con la propria scrittura e sopravvivere in quanto romanzieri, è tutto un altro paio di maniche. Un’impresa dura, non alla portata di tutti.”

Murakami Haruki fa parte della categoria di scrittori che ce l’ha fatta egregiamente, e ciò rende ancora più prezioso questo libro. Non c’è nessuna presunzione ne Il mestiere dello scrittore, ma tanta umiltà. L’umiltà di chi è consapevole che

Essere un romanziere significa raccontare una storia. E raccontare una storia significa, in altre parole, scendere di propria volontà al fondo della propria coscienza.

L’umiltà di chi è perfettamente consapevole che l’unico modo per sperimentare se una cosa galleggerà o affonderà è gettarla in acqua. Voglio ribadire che Haruki non scrive un manuale universale per diventare scrittori. Racconta ciò che è successo a lui, come lui ha interpretato la volontà di scrivere e come la scrittura è diventata il suo mestiere.
 Se volessi individuare nel libro un consiglio di Murakami Haruki a noi lettori, aspiranti scrittori o no, sceglierei questa citazione:


“Abraham Lincoln ha lasciato queste parole: «Si possono ingannare molte persone per breve tempo. Si possono anche ingannare poche persone a lungo. Ma non è possibile ingannare molte persone per molto tempo». Credo che la stessa cosa si possa dire del romanzo. Ci sono tante cose a questo mondo che trovano conferma col tempo, soltanto col tempo.”

Murakami Haruki, Il mestiere dello scrittore, Einaudi, 2017, pagg. 200, € 18.00

Cecilia Mattioli

Lavoro con le persone. Amo leggere. Amo scrivere. Provo entusiasmo per qualsiasi cosa mi faccia crescere e non mi stanco mai di imparare

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